La Storia non va dimenticata

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RACCONTO DEL VIAGGIO-STUDIO: “PER LA STORIA DI UN CONFINE DIFFICILE. L’ALTO ADRIATICO NEL NOVECENTO ”

Il viaggio studio è iniziato già prima della nostra partenza, programmata per il giorno 12 febbraio, quando abbiamo scelto di partecipare al laboratorio di formazione sulla storia dei nostri confini orientali e delle terre dell’Alto Adriatico, laboratorio svolto presso il nostro Istituto e tenuto dalle Prof.sse Pirillo e Bardelli.

Forti della volontà di conoscere una storia in parte strumentalizzata dalla politica e dai media, abbiamo scelto di frequentare il laboratorio con la convinzione che la conoscenza dei fatti storici, relativi all’area dei Balcani occidentali e dell’Alto Adriatico, debba essere maggiormente studiata, affinché il vuoto di conoscenza, soprattutto presente sui manuali scolastici, non venga colmato da inesattezze che noi studenti non sappiamo riconoscere.

Siamo partiti, perciò, fortemente consapevoli dei fatti storici, ma non altrettanto pronti emotivamente ad affrontare tutte le suggestioni ed emozioni che questo viaggio ci ha dato.

I NOSTRI MOMENTI:

DILETTA GERBINO. L’ultima tappa del viaggio è stata per me la più intensa: Il Museo dei Deportati a Carpi, nei pressi del campo di transito di Fossoli, con le citazioni impresse sui muri del Museo, tratte da “Le lettere dei condannati a morte della Resistenza europea”; le foto di alcuni condannati conservate nelle teche di vetro; le emozioni date dai disegni di Guttuso e Picasso presenti sui muri.

Le loro parole, proprio quelle dei deportati, mi hanno fatto immedesimare negli animi e nel dolore che provavano: le loro paure, la rabbia, la voglia di consolare i cari lasciati lontani, la loro vita ormai perduta.

ALICE PRIMINI. Redipuglia e il Sacrario Militare è stato per me la tappa maggiormente significativa: così gigantesco, sovrasta e schiaccia i pensieri: la scritta PRESENTE, in stampatello maiuscolo, a commemorare la cerimonia dell’appello e ad incoraggiare il popolo italiano ad essere sempre pronto al sacrificio per la patria, si imprime negli occhi e fa pensare a quegli uomini che quel presente lo hanno detto più volte, fino alla loro ultima volta.

 La “presenza” al Sacrario militare è stata particolarmente significativa per me, poiché legata ai ricordi di famiglia: è proprio lì che sono sepolte le ceneri del mio trisnonno, arruolato nella prima guerra mondiale e disperso sul Carso.

TERESA ERMINI: Sono due i luoghi che porto fortemente impressi nella mia memoria: Il Museo del Deportato a Carpi e il Centro Raccolta Profughi di Padriciano.

Il Museo è costruito secondo un percorso emozionale, il visitatore è rapito dalle vite dei uomini e donne condannate a morte che hanno affidato le loro ultime parole ad un lettera per i propri cari. È qui che mi sono molto commossa.

Al C.R.P. di Patriciano, in stanzoni gelidi, dove hanno vissuto gli esuli istriani dopo la seconda guerra mondiale, adesso sono custoditi quelli che erano i loro beni personali. Ho provato ad immaginare la vita di quelle famiglie, private di tutto: casa, affetti, costrette a vivere in questo luogo, senza privacy, mescolati con alti che non avevano mai conosciuto, ma con i quali adesso dividevano l’uguale destino dell’esodo.

EMANUELE ROSSI. Il terzo giorno del viaggio-studio abbiamo visitato la Risiera di San Sabba: con la prima impressione di soffocamento. Infatti, gli architetti che dopo la guerra hanno ricostruito la Risiera, l’hanno progettata in modo che lo spettatore vivesse il senso di oppressione che i detenuti provavano quando la Risiera venne trasformata in campo di transito verso i campi di sterminio della Germania e della Polonia. La Risiera, l’unico campo in Italia con un forno crematorio, oggi mette il visitatore in uno stato emotivo molto forte, tale da ricordare la barbarie di cui l’uomo è capace: i muri sono alti, enormi, grigi come altissima e grigia è la crudeltà di cui è stato capace l’uomo.

Gli unici modi per uscire dalla Risiera era o su un convoglio diretto ai campi di sterminio o attraverso il fumo del forno crematorio, ecco perché un monumento a forma di spirale è visibile da una interruzione dell’alto muro grigio della Risiera.

Questo è stato il nostro viaggio: Redipuglia, Trieste, Gonars, Basovizza, Padriciano, Fiume, Fossoli, che ci auguriamo sia solo l’inizio di un percorso più ampio, tale da coinvolgere sempre più studenti verso la conoscenza di luoghi dove la storia d’Italia e degli uomini si è consumata.

 

DILETTA GERBINO   5A IPSAA

EMANUELE ROSSI   5A IPSAA

TERESA ERMINI       5B ITAGR

ALICE PRIMINI         5B ITAGR

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